RITO DELLA MESSA
RITI DI INTRODUZIONE
Quando il popolo si è radunato, il sacerdote
con i ministri si reca all’altare; intanto si esegue il CANTO D’INGRESSO.
Giunto
all’altare,il sacerdote con i ministri fa la debita riverenza, bacia l’altare
in segno di venerazione ed eventualmente lo incensa. Poi, con i ministri si
reca alla sede.
Terminato
il canto d’ingresso, sacerdote e fedeli, in piedi, fanno il SEGNO DELLA CROCE.
Il sacerdote dice:
Nel nome del Padre del Figlio
e dello Spirito Santo.
Il popolo
risponde: Amen.
Segue il SALUTO, che il sacerdote rivolge al popolo
allargando le braccia e dicendo:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi. Cfr 2Cor 13,13
Il popolo risponde: E con il tuo spirito.
Oppure:
La grazia e la pace
di Dio nostro Padre
e del Signore nostro Gesù Cristo
sia con tutti voi. Cfr 1Cor 1,3
Il popolo risponde: E
con il tuo spirito.
Oppure: Benedetto
nei secoli il Signore.
Oppure:
Il Signore sia con voi.
Il vescovo dice: La pace sia con voi.
Il popolo risponde: E
con il tuo spirito.
* Oppure:
Il Signore, che guida i nostri cuori
nell’amore e nella pazienza di Cristo,
sia con tutti voi Cfr 2 Ts 3,5
Il popolo risponde: E
con il tuo spirito.
* Oppure:
Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia
e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo,
sia con tutti voi. Cfr Rm 15,13
Il popolo risponde: E
con il tuo spirito.
* Oppure:
La pace, la carità e la fede
da parte di Dio Padre
e del Signore nostro Gesù Cristo
sia con tutti voi. Cfr Ef 6,23
Il popolo risponde: E
con il tuo spirito.
* Oppure:
Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre
mediante la santificazione dello Spirito
per obbedire a Gesù Cristo
e per essere aspersi del suo sangue,
grazia e pace in abbondanza a tutti voi. Cfr 1Pt 1, 1-2
Il popolo risponde: E
con il tuo spirito.
Il
sacerdote, o il diacono, o un altro ministro idoneo, può fare una brevissima
presentazione della Messa del giorno.
Segue
l’ATTO PENITENZIALE. Il sacerdote invita i fedeli al pentimento con queste
parole o con altre simili.
1a formula: Fratelli,
per celebrare degnamente i
santi misteri,
riconosciamo i nostri
peccati.
* Oppure:
Il Signore Gesù,
che ci invita alla mensa
della Parola e dell'Eucaristia,
ci chiama alla conversione.
Riconosciamo di essere
peccatori
e invochiamo con fiducia
la misericordia di Dio.
* Oppure, specialmente nelle domeniche:
Nel giorno in cui celebriamo
la
vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte,
anche
noi siamo chiamati a morire al peccato
per
risorgere alla vita nuova.
Riconosciamoci
bisognosi della misericordia del Padre.
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi tutti insieme fanno la confessione:
Confesso a Dio onnipotente e a voi,
fratelli,
che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e
omissioni,ù
e, battendosi il petto, dicono:
per mia colpa, mia colpa,
mia grandissima colpa.
E proseguono:
E supplico la beata sempre
vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi, fratelli,
di pregare per me il Signore Dio nostro.
Segue l’assoluzione del sacerdote:
Dio onnipotente abbia
misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati e
ci conduca alla vita eterna.
Il popolo risponde: Amen.
____________________________________________________________
2a formula: All’inizio di questa
celebrazione eucaristica,
chiediamo la conversione del
cuore,
fonte di riconciliazione e
di comunione
con Dio e con i fratelli.
* Oppure:
Umili e pentiti come il pubblicano al tempio,
accostiamoci al Dio giusto e
santo,
perché abbia pietà anche di
noi peccatori.
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi
il sacerdote dice:
Pietà di noi, Signore.
Il popolo risponde:
Contro di te abbiamo
peccato.
Il
sacerdote prosegue:
Mostraci, Signore, la tua
misericordia.
Il popolo risponde:
E donaci la tua
salvezza.
Segue l’assoluzione del sacerdote, come indicato prima.
3a formula: Gesù Cristo, il
giusto, intercede per noi
e ci riconcilia con il
Padre.
Apriamo il nostro spirito al
pentimento,
per essere meno indegni
di accostarci alla mensa del
Signore.
* Oppure:
Il Signore ha detto:
chi di voi è senza peccato,
scagli la prima Pietro.
Riconosciamoci tutti
peccatori
e perdoniamoci a vicenda dal
profondo del cuore.
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi
il sacerdote, o un altro ministro idoneo, dice o canta le seguenti invocazioni
o altre simili:
Signore,
mandato dal Padre a salvare
i contriti di cuore,
abbi pietà di noi.
Il popolo risponde:
Signore, pietà. oppure: Kỳrie, elèison.
Sacerdote:
Cristo, che sei venuto a
chiamare i peccatori,
abbi pietà di noi.
Il popolo risponde:
Cristo, pietà. oppure: Christe, elèison.
Sacerdote:
Signore, che intercedi per
noi presso il Padre,
abbi pietà di noi.
Il popolo risponde:
Signore, pietà. oppure: Kỳrie, elèison.
Segue l’assoluzione del sacerdote, come indicato prima.
____________________________________________________________
Seguono
le INVOCAZIONI Signore,
pietà, se non sono state già dette o cantate per l’atto
penitenziale.
V. Signore, pietà. oppure: V. Kỳrie,
elèison.
R. Signore, pietà. R. Kỳrie, elèison
V. Cristo, pietà. V. Christe, elèison.
R. Cristo,
pietà. R. Christe, elèison.
V. Signore, pietà. V. Kỳrie, elèison.
R. Signore,
pietà. R. Kỳrie, elèison
Poi,
quando è prescritto, si canta o si dice l’INNO:
Gloria a Dio nell'alto dei cieli
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re de1 cielo, Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del
Padre;
tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo,
tu solo il Signore,
tu solo l'Altissimo:
Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo:
nella gloria di Dio Padre. Amen.
Terminato
l’inno, il sacerdote, a mani giunte dice:
Preghiamo
E
tutti, insieme con il sacerdote, pregano in silenzio per qualche momento.
Quindi
il sacerdote allarga le braccia e dice la COLLETTA.
La colletta termina con la
conclusione lunga:
- se è rivolta al Padre:
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
- se è rivolta al Padre, ma
verso la fine dell’orazione si fa menzione del Figlio:
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
- se è rivolta al Figlio:
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Il popolo acclama:
Amen.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Il
lettore si porta all’ambone e legge la PRIMA LETTURA; tutti l’ascoltano seduti.
Per
indicare la fine della lettura, il lettore aggiunge:
Parola di Dio
Tutti acclamano:
Rendiamo grazie a Dio.
Il salmista o cantore canta o legge il SALMO; il popolo partecipa con il
ritornello.
Se
c’è la SECONDA LETTURA, il lettore la legge all’ambone come sopra.
Per
indicare la fine della lettura, il lettore aggiunge:
Parola di Dio
Tutti acclamano:
Rendiamo grazie a Dio.
Segue
il CANTO AL VANGELO.
Intanto,
se si usa l’incenso, il sacerdote lo pone nel turibolo.
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Poi
il diacono che deve proclamare il VANGELO, inchinato davanti al sacerdote,
chiede la benedizione, dicendo con voce sommessa:
Benedicimi, o Padre.
Il sacerdote con voce sommessa dice:
Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue labbra,
perché tu possa annunziare degnamente il suo Vangelo:
nel nome del Padre
e del Figlio + e dello Spirito
Santo.
Il
diacono risponde:
Amen.
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Se
non c’è il diacono, il sacerdote, inchinandosi davanti all’altare, dice
sottovoce:
Purifica il mio cuore e le mie labbra,
Dio onnipotente,
perché possa annunziare degnamente il tuo Vangelo.
Poi
il diacono, o il sacerdote, si reca all’ambone, eventualmente accompagnato dai
ministri con l’incenso e i candelieri, e dice:
Il Signore sia con voi.
Il popolo risponde:
E con il tuo spirito.
Il
diacono o il sacerdote:
Dal Vangelo secondo N.,
e intanto segna il libro e se stesso in
fronte, sulla bocca e sul petto.
Il popolo acclama:
Gloria a te, o Signore.
Il diacono o il sacerdote, se si usa
l’incenso, incensa il libro e proclama il VANGELO.
Terminata la lettura, il diacono o il sacerdote dice:
Parola del Signore.
Tutti acclamano:
Lode a te, o Cristo.
Segue
l’OMELIA; essa è prescritta in tutte le domeniche e feste di precetto, ed è
raccomandata negli altri giorni.
Dopo
l’omelia è opportuno fare un breve silenzio.
Quindi,
quando è prescritta, si fa la PROFESSIONE DI FEDE:
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli.
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero;
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state
create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo;
Alle
parole: e per opera
dello Spirito Santo… si è fatto uomo, tutti si inchinano.
e per opera dello Spirito Santo
si é incarnato nel seno della Vergine Maria
e si é fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.
Il terzo giorno é risuscitato, secondo le Scritture;
é salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che é Signore e da la
vita,
e procede dal Padre e dal Figlio
e con il Padre e il Figlio é adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà. Amen.
* Ad utilità dei fedeli, in luogo del simbolo
niceno-costantinopolitano, la professione di fede si può fare, specialmente nel
Tempo di Quaresima e nel Tempo di Pasqua, con il seguente simbolo detto «degli Apostoli».
Io
credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro
Signore,
Alle
parole il quale fu
concepito… Maria Vergine», tutti si inchinano.
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen.
Segue
la preghiera universale o PREGHIERA DEI FEDELI.
LITURGIA EUCARISTICA
Terminata la Liturgia della Parola, i ministri
preparano sull’altare il corporale, il purificatoio, il calice e il messale;
intanto si esegue il CANTO DI OFFERTORIO.
E’ bene che i fedeli esprimano la loro
partecipazione per mezzo dell’offerta, portando il pane e il vino per la celebrazione
dell’Eucaristia, o altri doni per le necessità della Chiesa e dei poveri.
Il sacerdote, all’altare, prende la patena con il
pane e tenendola leggermente sollevata sull’altare, dice sottovoce:
Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo:
dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane,
frutto della terra e del lavoro dell'uomo;
lo presentiamo a te,
perché diventi per noi cibo di vita eterna.
Quindi depone sul corporale la patena con il pane.
Se non si esegue il canto di offertorio, il
sacerdote può dire questa formula ad alta voce; e al termine il popolo può
acclamare:
Benedetto nei secoli il Signore.
Il diacono, o
il sacerdote, versa nel calice il vino, con un po’ d’acqua, dicendo sottovoce:
L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione
con la vita divina di colui
che ha voluto assumere la nostra natura umana.
Il sacerdote prende il calice e tenendolo
leggermente sollevato sull’altare, dice sottovoce:
Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo:
dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino,
frutto della vite, e del lavoro dell'uomo;
lo presentiamo a te,
perché diventi per noi bevanda di salvezza.
Quindi depone il calice sul corporale.
Se non si esegue il canto di offertorio, il
sacerdote può dire questa formula ad alta voce; e al termine il popolo può
acclamare:
Benedetto nei secoli il Signore.
Il sacerdote,
inchinandosi, dice sottovoce:
Umili e pentiti accoglici, o Signore:
ti sia gradito il nostro sacrificio
che oggi si compie dinanzi a te.
Si possono incensare le offerte e l’altare. Poi il
diacono o un ministro incensa il sacerdote e il popolo.
Il sacerdote, a lato dell’altare, si lava le mani
dicendo sottovoce.
Lavami, Signore, da ogni colpa,
purificami da ogni peccato.
Ritornato in mezzo all’altare, rivolto al popolo,
allargando e ricongiungendo le mani, il sacerdote dice:
Pregate, fratelli,
perché il mio e vostro sacrificio
sia gradito a Dio, Padre onnipotente.
* Oppure:
Pregate, fratelli e sorelle,
perché questa nostra famiglia,
radunata nel nome di Cristo,
possa offrire il sacrificio
gradito a Dio Padre onnipotente.
* Oppure:
Pregate, fratelli e sorelle,
perché portando all'altare
la gioia e la fatica di ogni giorno,
ci disponiamo a offrire il sacrificio
gradito a Dio Padre onnipotente.
* Oppure:
Pregate, fratelli e sorelle,
perché il sacrificio della Chiesa,
in questa sosta che la rinfranca
nel suo cammino verso la patria,
sia gradito a Dio Padre onnipotente.
Il popolo risponde:
Il Signore riceva dalle tue mani questo
sacrificio
a lode
e gloria del suo nome,
per il
bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.
Il sacerdote, con le braccia allargate,
dice l’ORAZIONE SULLE OFFERTE.
L’orazione sulle offerte
termina con la conclusione breve:
- se è rivolta al Padre:
Per Cristo nostro Signore.
- se è rivolta al Padre, ma
verso la fine di essa si fa menzione del Figlio:
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
- se è rivolta al Figlio:
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Il popolo acclama:
Amen.
PREGHIERA EUCARISTICA
1. Nelle Preghiere eucaristiche si possono ricordare insieme al
vescovo diocesano anche i vescovi
coadiutori o ausiliari e il vescovo che eventualmente presiede la
concelebrazione (cfr. «Principi e norme per l’uso del Messale Romano», n.109)
2. In tutte le Messe il sacerdote può cantare quelle parti
delle preghiere eucaristiche, delle quali è previsto il canto nel rito della
concelebrazione.
3. Nella Preghiera eucaristica prima, o Canone Romano, si
possono omettere le espressioni tra parentesi.
Il sacerdote inizia la
Preghiera eucaristica con il PREFAZIO.
Allargando le braccia, dice:
Il
Signore sia con voi.
Il popolo risponde: E con il tuo
spirito.
Allargando le braccia, il
sacerdote prosegue:
In alto
i nostri cuori.
Il popolo risponde: Sono rivolti al
Signore.
Con le braccia allargate, il
sacerdote soggiunge:
Rendiamo
grazie al Signore, nostro Dio.
Il popolo risponde: É cosa buona e
giusta.
Alla
fine congiunge le mani e conclude il prefazio cantando insieme con il popolo o
dicendo ad alta voce:
Santo, Santo, Santo il
Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono
pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene
nel nome del Signore.
Osanna nell’alto dei cieli.
Segue la PREGHIERA
EUCARISTICA
RITI DI COMUNIONE
Deposto il calice e la patena, il sacerdote, a mani
giunte, dice:
Obbedienti alla parola del Salvatore
e formati al suo divino insegnamento,
osiamo dire:
* Oppure:
Il Signore ci ha donato il suo Spirito.
Con la fiducia e la libertà dei figli
diciamo insieme:
* Oppure:
Prima di partecipare al banchetto dell’Eucaristia,
segno di riconciliazione
e vincolo di unione fraterna,
preghiamo insieme come il Signore ci ha insegnato:
* Oppure:
Guidati dallo Spirito di Gesù
e illuminati dalla sapienza del Vangelo,
osiamo dire:
Con le braccia allargate,
dice insieme al popolo:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane
quotidiano,
e rimetti a noi i nostri
debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Solo il sacerdote, con le
braccia allargate, continua:
Liberaci, o Signore, da tutti i mali,
concedi la pace ai nostri giorni;
e con l'aiuto della tua misericordia,
vivremo sempre liberi dal peccato
e sicuri da ogni turbamento,
nell'attesa che si compia la beata speranza,
e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.
Congiunge la mani.
Il popolo conclude la preghiera
con l’acclamazione:
Tuo é il regno, tua la potenza
e la gloria nei secoli.
Il sacerdote, con le braccia
allargate, dice ad alta voce:
Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli:
"Vi lascio la pace, vi do la mia pace",
non guardare ai nostri peccati,
ma alla fede della tua Chiesa,
e donale unita e pace secondo la tua volontà.
Congiunge la mani.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Il popolo conclude la
preghiera con l’acclamazione:
Amen.
Il sacerdote, allargando e ricongiungendo
le mani, dice:
La pace del Signore sia sempre con voi.
Il popolo risponde:
E con il tuo spirito.
Se si ritiene opportuno, il
diacono, o il sacerdote aggiunge:
Scambiatevi un segno di pace.
* Oppure:
Come figli del Dio della pace,
scambiatevi un gesto di comunione fraterna.
* Oppure:
In Cristo, che ci ha resi tutti fratelli con
la sua croce,
scambiatevi un segno di riconciliazione e di
pace.
* Oppure:
Nello Spirito del Cristo risorto
datevi un segno di pace.
E tutti si scambiano
vicendevolmente un segno di pace secondo gli usi locali.
Il
sacerdote dà la pace al diacono o al ministro. Poi prende l’ostia e la spezza
sopra la patena, e lascia cadere un frammento nel calice, dicendo sottovoce:
Il Corpo e il Sangue di
Cristo,
uniti in questo calice,
siano per noi cibo di vita eterna.
Intanto
si canta o si dice:
Agnello di Dio, che togli i
peccati del mondo,
abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i
peccati del mondo,
abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i
peccati del mondo,
dona a noi la pace.
Oppure
in canto:
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserére
nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserére
nobis.
Agnus
Dei, qui tollis peccata mundi: dona nobis pacem.
Questo canto si può ripetere
più volte, se la frazione del pane si prolunga. L’ultima invocazione si
conclude con le parole: dona a noi la pace [dona nobis
pacem].
Il sacerdote, con le mani
giunte, dice sottovoce:
Signore Gesù Cristo, figlio di Dio vivo,
che per volontà del Padre
e con l’opera dello Spirito Santo
morendo hai dato la vita al mondo,
per il Santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue
liberami da ogni colpa e da ogni male,
fa che sia sempre fedele alla tua legge
e non sia mai separato da Te.
Oppure:
La comunione con il tuo Corpo e il tuo Sangue,
Signore Gesù Cristo,
non diventi per me giudizio di condanna,
ma per tua misericordia,
sia rimedio di difesa dell’anima e del corpo.
Genuflette,
prende l’ostia, e tenendola alquanto sollevata sulla patena, rivolto al popolo,
dice ad alta voce:
Beati gli invitati alla Cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio,
che toglie i peccati del mondo.
E continua, dicendo insieme con il
popolo:
O Signore, non sono degno
di partecipare alla tua
mensa:
ma di' soltanto una parola
e io sarò salvato.
Il sacerdote, rivolto
all’altare, dice sottovoce:
Il Corpo di Cristo
mi custodisca per la vita eterna.
E con riverenza si comunica
al Corpo di Cristo. Poi prende il calice e dice sottovoce:
Il Sangue di Cristo
mi custodisca per la vita eterna.
E con riverenza si comunica
al Sangue di Cristo.
Prende
poi la patena o la pisside, e si porta verso i comunicandi. Nel presentare a
ognuno l’ostia, la tiene alquanto sollevata e dice:
Il Corpo di Cristo
Il comunicando risponde:
Amen.
E riceve la comunione.
Nello stesso modo si
comporta il diacono, quando distribuisce la comunione.
Quando si distribuisce la
comunione sotto le due specie, si osservi il rito indicato in «Principi e
norme», nn. 240-252.
Mentre il sacerdote si
comunica con il Corpo di Cristo, si inizia il CANTO DI COMUNIONE.
Terminata
la distribuzione della comunione, il sacerdote, o il diacono, o l’accolito,
asterge la patena sul calice e quindi il calice.
Mentre asterge la patena e
il calice, il sacerdote dice sottovoce:
Il sacramento ricevuto con la bocca
sia accolto con purezza nel nostro spirito, o Signore,
e il dono a noi fatto nel tempo
ci sia rimedio per la vita eterna.
Poi
il sacerdote può tornare alla sede. Secondo i casi, si può osservare, per un
tempo conveniente il «sacro silenzio», oppure si può cantare un salmo o un
canto di lode e ringraziamento.
Il
sacerdote, dalla sede o dall’altare, dice:
Preghiamo.
E
tutti, insieme con il sacerdote, pregano in silenzio per qualche momento, se
non l’hanno già fatto in precedenza. Poi, il sacerdote, con le braccia
allargate, dice l’ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE.
L’orazione dopo la comunione
termina con la conclusione breve:
- se è rivolta al Padre:
Per Cristo nostro Signore.
- se è rivolta al Padre, ma
verso la fine di essa si fa menzione del Figlio:
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
- se è rivolta al Figlio:
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Il popolo acclama:
Amen.
RITI DI CONCLUSIONE
A questo punto si danno, quando occorre, brevi
comunicazioni o AVVISI AL POPOLO. Segue il CONGEDO. Il sacerdote rivolto verso
il popolo, con le braccia allargate dice:
Il Signore sia con voi.
Il popolo acclama:
E
con il tuo spirito.
Il sacerdote benedice il popolo:
Vi benedica Dio onnipotente,
Padre e Figlio Ë e Spirito Santo.
Il popolo risponde:
Amen.
____________________________________________________________________
Nel benedire il popolo; il vescovo usa questa
formula:
V. Sia benedetto il nome del
Signore.
R. Ora e sempre.
V. Il nostro aiuto è nel nome
del Signore.
R. Egli ha fatto cielo e terra.
V. Vi benedica Dio onnipotente,
Padre + e Figlio + e Spirito + Santo.
R. Amen.
____________________________________________________________________
In certi giorni e in circostanze particolari,
questa formula di benedizione è preceduta da una formula di BENEDIZIONE PIU’
SOLENNE o dalla ORAZIONE SUL POPOLO.
Infine il diacono, o il sacerdote stesso, rivolto
verso il popolo, a mani giunte, dice:
La
Messa é finita: andate in pace.
* Oppure:
La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace.
*
Oppure:
Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace.
*
Oppure:
Nel nome del Signore, andate in pace.
*
Oppure, specialmente nelle domeniche di Pasqua:
Portate a tutti la gioia gioia del Signore risorto. Andate in
pace.
Il popolo risponde:
Rendiamo
grazie a Dio.
Il sacerdote bacia l’altare in segno di venerazione
come all’inizio; fa quindi con i ministri la debita riverenza e torna in
sacrestia.
Quando la Messa è seguita immediatamente da
un’altra azione liturgica, si tralasciano i riti di conclusione.